Comunicazione, dialogo e coccole nel pancione

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  1. *Altair*
     
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    Dal punto di vista della comunicazione tra madre e bambino, già alla fine della 16ª settimana potrebbe prendere gradualmente il via un periodo molto ricco ed interessante per entrambi perché la madre incomincia ad accorgersi dei suoi movimenti e allora è possibile iniziare ad interagire tattilmente con lui (“La comunicazione e il dialogo dei nove mesi” Gabriella A. Ferrari - Ed. Mediterranee, Roma 2005).
    Durante il 4° mese il bambino cresce sino a raddoppiare la sua lunghezza, raggiungendo i 15 centimetri.
    Nel corso di queste quattro settimane i suoi organi sensoriali si completano, si perfezionano e prendono a funzionare sempre meglio. Se si pone una luce forte sull’addome mostra segni di fastidio, sia nella mimica facciale sia nel gesto di coprirsi gli occhi. Iniettando della saccarina nel liquido amniotico, dimostra di amare il sapore dolce aumentando la sua normale deglutizione di liquido; invece fa le smorfie corrugando la fronte e cessando di bere se si iniettano sostanze amare. Non gradisce che la madre beva liquidi troppo freddi. Gioca con il cordone ombelicale e già è capace di succhiarsi un dito. L’udito sarà completo tra il 5° e il 6° mese ma già alla fine del 4° il bambino è in grado di riconoscere la voce del suo papà e di distinguerla da quella di altre persone, di mostrare gradimento o insofferenza a musica e stimoli acustici. Reagisce ai rumori forti e improvvisi coprendosi le orecchie.
    Direi che la fine del quarto mese è proprio il momento giusto per iniziare a parlargli sempre più spesso con voce dolce e affettuosa accarezzando la pancia.
    Il bambino, ben presto, imparerà a distinguere quando ci si rivolge a lui o ad altri.
    Dal 5º mese in poi, girerà perfino la testa verso il padre quando udrà la sua voce.
    Durante l’ultimo trimestre della gravidanza diventerà addirittura selettivo; esistono degli studi che ci parlano di bambini che condividono le simpatie e le antipatie materne nei confronti delle persone: coloro che non piacciono alla madre suscitano comportamenti di rifiuto anche nel figlio il quale, molto sovente, si volta da un’altra parte o si mette a dormire non appena riconosce le loro voci.
    La 16ª settimana è quindi ideale per avviare gradualmente il dialogo quotidiano.
    Mentre la mamma è impegnata nelle sue attività usuali, potrebbe iniziare a prendere l’abitudine di raccontare al suo bambino quello che pensa, spiegandogli anche cosa sta facendo e dove sta andando, descrivendogli l’ambiente circostante e le emozioni che suscita in lei, rivolgendosi a lui proprio come fosse già nato.
    Molti studiosi riferiscono che il centro della memoria sia in grado di cominciare a funzionare proprio durante la 16ª settimana. Ciò significherebbe che il piccolo, già in questa fase della gestazione, potrebbe possedere delle capacità d’apprendimento. Che il feto possieda capacità cognitive e di apprendimento in fondo è già stato provato ma, sino ad ora, ciò che è stato scoperto è riferibile ai feti a partire solo dalla ventesima settimana circa.
    Al di là di ciò, è importante che egli possa udire la voce della sua mamma che si rivolge affettuosamente proprio a lui: è stato dimostrato che egli la gradisce molto, specialmente quando canta. Probabilmente è un mezzo per decodificare il suo amore attraverso il tono dolce e amorevole che essa le imprimerà:
    E’ anche il momento di scegliere la ninna nanna, o la filastrocca, da cantargli ogni giorno e che egli imparerà a conoscere e ad amare.
    Sono da evitare quelle che hanno la pretesa di “avere dei contenuti” e da preferirsi, invece, quelle ingenue e graziose, brevi e serene, con toni piacevoli e parole spesso ripetute: insomma, quelle che piacciono ai bambini!
    Quando sarà nato, il piccolo riconoscerà la sua ninna nanna che costituirà un ulteriore filo conduttore nella relazione madre-bambino, ed aiuterà a creare e a mantenere quella continuità affettiva tra vita prenatale ed ambiente esterno che è necessaria al suo equilibrio psicologico.
    Non bisogna dimenticare che la nascita comporta sempre un trauma più o meno grande ed un enorme cambiamento nei vissuti del bambino. Il tipo di relazione che riusciremo ad instaurare con lui durante i nove mesi, e specialmente negli ultimi tre, assume, quindi, un valore enorme e sarà come una fiaccola che lo guida verso il mondo: la madre, che è il sostegno vitale del figlio poiché gli fornisce un nutrimento sia concreto che affettivo, è quindi anche la mediatrice tra lui e il mondo esterno.
    In questo periodo è importante fare attenzione e soffermarsi sui segnali che il bambino invierà: movimenti, calcetti, piccoli spostamenti…
    Occorre rispondergli sempre, in modo che si renda conto che la sua mamma, lo sente, lo ascolta e gli è costantemente vicina. Il creare un segnale convenzionale in risposta, sempre il medesimo, per esempio battere due colpetti e subito dopo accarezzare con affetto l’addome là dove si sono sentiti i movimenti del bambino, costituisce un ottimo strumento per avviare e mantenere attivi il dialogo e la comunicazione promuovendo nel bambino la nascita della fiducia nella capacità di ascolto materna, fondata sulla base di una affettuosa complicità e di un costante reciproco riconoscimento.
    In questo modo la madre potrà anche incominciare ad individuare uno, o più, momenti della giornata in cui il suo piccino solitamente è sveglio e si muove.
    Non appena li avrà scoperti, potrà scegliere quello più favorevole per lei per potere dedicargli un po’ più di tempo, in modo tale da creare quotidianamente uno spazio in cui, più o meno alla stessa ora, il bambino saprà che la sua mamma è tutta per lui. E’ il momento delle coccole, delle carezze, dei piccoli giochi di spostamento, del cullamento, della canzoncina, della buffa filastrocca o di quant’altro l’amore materno potrà trovare nell’arcobaleno della propria fantasia Una specie di appuntamento giornaliero. Nel ripetersi puntuale dell’esperienza, egli incomincerà ad attenderla. Molte madri mi hanno riferito che quando sono in ritardo, il bambino incomincia ad agitarsi e mostra segni di impazienza!
    Inoltre, dal 5º mese in poi, essa potrà proporgli esperienze di ascolto dei suoni della natura, come il canto degli uccelli o il rumore dell’acqua di un ruscello, oppure brani musicali, eventualmente con degli assolo particolarmente belli di strumenti diversi.
    Oltre alla ninna nanna o alla canzoncina potrà raccontargli una breve favola, dove ci siano dei suoni buffi.
    Quando lo accarezzerà o lo cullerà potrà invitare il compagno a partecipare a queste esperienze rendendo, in questo modo, il figlio accessibile al contatto anche del suo papà.
    E’ stato dimostrato che il bambino non solo gradisce ma anche necessita della partecipazione e dell’accudimento paterno.
    Dal 6° mese fino alla fine della gravidanza, una volta individuata la sua posizione, la madre potrà anche massaggiarlo lievemente rendendo ancora più piacevole il contatto e le carezze. Il massaggio è particolarmente piacevole se le mani saranno ammorbidite e rese più scivolose con un po’ di olio di mandorle dolci.
    Il periodo prenatale può essere, per la coppia, un’ottima occasione per imparare a “stare insieme” condividendo l’esperienza della crescita del figlio “comune”, della nuovissima relazione affettiva e della comunicazione con lui.
    Se le esperienze legate alla vita prenatale del bambino saranno state condivise e gestite insieme con amore e tanto dialogo tra i due genitori, la nascita di un figlio non costituirà un evento tale da comportare un’immissione rapida, improvvisa e molto sconvolgente del bambino nella loro vita. Talvolta, in quest’ultimo caso, può anche accadere che i due convoglino tutte le loro energie sul figlio annullando la coppia.
    La nascita di un figlio, se entrambi i genitori si sono preoccupati di relazionarsi con lui durante la gravidanza, condividendo le varie esperienze, non può che arricchire la coppia di nuovi meravigliosi vissuti, in un contesto di continuità relazionale e di circolarità affettiva all’interno di una triade in gran parte già strutturata durante tutta la gravidanza.
     
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0 replies since 10/10/2005, 08:43   3038 views
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